mercoledì 8 aprile 2009

Introduzione



Il capitolo introduttivo del Sutra del Loto descrive una grande assemblea riunita intorno al Buddha. Tale assemblea è composta da esseri umani e non umani, da discepoli diretti dell'Illuminato, da suoi parenti, da monaci e monache, laici e laiche, divinità celesti e infere, animali mitici e via dicendo. Il linguaggio di questo Sutra ha proprio tale caratteristica immaginativa, piena di fantasia, analoga a quella di un mito, di una favola, di un racconto di fate capace di offrire una trasfigurazione della realtà ordinaria. Già in questo è possibile intravvedere un primo messaggio del Sutra: qual è la realtà, siamo sicuri che sia proprio quella e soltanto quella che percepiamo normalmente? Anche se fosse, non possiamo negare l'esistenza di un mondo interiore che ha caratteristiche più ampie, più accoglienti e differenzate rispetto alla consueta logica delle cose. Il nostro intimo è popolato di ogni sorta di creature, di forze, di esseri mitologici, di eroi e di demoni: sono tutte le parti di noi - uno psicologo direbbe i "complessi parziali", ma anche gli "archetipi" e tutte le figurazioni con le quali l'"anima" ci si manifesta, come accade nei sogni. Nella filosofia buddhista si parla dei 10 mondi, dei 100, 1000 e 3000 mondi per descrivere simbolicamente tutta la differenziazione e profondità degli stati dell'esistenza. Così in questo Sutra ci si ritrova subito proiettati come in un racconto "fantasy", oppure di fantascienza, fra miriadi di creature di altri pianeti, raggi di luce e manifestazioni di poteri paranormali; eppure siamo anche in una situazione profondamente mistica, sinceramente religiosa. Si tratta, stranamente, di un linguaggio e di una ambientazione "moderna", attuale. E' proprio vero che il Sutra del Loto è avveniristico rispetto alla sua epoca, e che forse parla all'uomo di oggi come a nessun altro prima!

Nessun commento:

Posta un commento